VINO

Azienda Agricola Mannucci Droandi


Mannucci Droandiwww.mannuccidorandi.it

Mannucci Droandi è un’azienda agricola a conduzione familiare che, dal 1929, ha sede nel Podere Campolucci, presso la Frazione di Caposelvi , nel Comune di Montevarchi.

L’azienda ha basato la proprio produzione sul forte legame territorio e sulle sue più caratteristiche espressioni: così, alla fine del decennio, il 1998 ha iniziato la produzione qualitativa di vini da destinare alla bottiglia, il Chianti Docg (poi Chianti Colli Aretini Docg, per dare maggiore coerenza alla scelta del territorio) e il “Campolucci” Toscana Igt, che sono tuttora in produzione e che costituiscono l‘uno la base e l’altro il vertice della linea dei prodotti attualmente in catalogo.

Da sempre attenti all’impatto che le coltivazioni agricole hanno sull’ambiente circostante, nel 2000 fu presa la fondamentale decisione di cambiare completamente l’impostazione agronomica dell’azienda, con il passaggio di tutta la superficie al metodo dell’agricoltura biologica : dopo il previsto periodo di tre anni in regime di conversione, dal 2003, tutta la produzione viene certificata Biologica in base ai regolamenti vigenti.

Sempre nel 2000 venne anche presa l’importante decisione di allargare la coltivazione dei vigneti al Chianti Classico, con l’acquisizione del Podere Ceppeto a Starda, nel Comune di Gaiole in Chianti e, per conseguenza, da quella vendemmia, viene prodotta una linea completa di vini “Ceppeto” Chianti Classico, comprendente l’Annata, la Riserva e il Vinsanto e integrata dall’Olio Dop della stessa denominazione.

Per quanto riguarda i vini, infine, sempre in coerenza con le scelte ispirate al territorio e alla sua biodiversità , nel 2007 vengono prodotti per la prima volta i tre vini monovitigno da antichi vitigni toscani: “Barsaglina”, Foglia Tonda” e “Pugnitello” Toscana Igt, che sono il frutto di anni di ricerche e di sperimentazioni sotto la guida scientifica dell’Unità di Ricerca per la Viticoltura del Consiglio della Ricerca in Agricoltura afferente al MIPAAF , avvenute tramite microvinificazioni e successive molteplici degustazioni, allargate a tecnici e giornalisti, delle uve prodotte nei vigneti sperimentali (il secondo fu piantato nel 2003).

Contemporaneamente al lavoro nei campi e in cantina, è stato sviluppato negli anni un notevole lavoro nei settori della comunicazione e della commercializzazione . Per la Mannucci Droandi questo lavoro ha costituito un notevole investimento in termini di tempo e di risorse umane e finanziarie, ma ha permesso di farla conoscere nel complesso e difficile mondo del vino, grazie alla presenza nella comunicazione di settore, segnatamente con una presenza continua e costante e con ottime valutazioni sulle principali Guide italiane dei vini (Gambero Rosso, Slow Food, Veronelli, Associazione Italiana Sommelier, Espresso, Luca Maroni, ecc.) e su prestigiose riviste italiane e internazionali (Wine Spectator, Decanter, ecc.). Per quanto riguarda il secondo settore, la commercializzazione del vino avviene in due modi: per circa la metà confezionato in bottiglia e per l’altra metà allo stato sfuso. Quest’ultima si riferisce al vino di qualità meno elevata, che viene venduto ai prezzi di mercato vigenti al momento della contrattazione: è stata una scelta di continuità con il modo di produrre del passato, ma che ha consentito di garantire un introito sicuro, pronto e costante. Oggi, in assenza di un’ inversione di tendenza, si sta riducendo a causa del corso molto negativo del mercato del vino, caratterizzato da prezzi molto bassi e inferiori al livello minimo di rimuneratività. Quanto al prodotto confezionato si è invece mantenuto stabile, grazie all’ investimento effettuato nella promozione delle vendite, con una serie di rapporti stabiliti nel tempo con i clienti per conoscenza diretta, passaparola, partecipazione a fiere ed eventi vari, o tramite il lavoro di vari Agenti, in Italia e soprattutto sui principali mercati esteri, quali Germania, Stati Uniti, Brasile, Gran Bretagna, Belgio, Olanda, Repubblica Ceca, Svizzera, Francia, Danimarca, Hong Kong. Anche nel caso del prodotto imbottigliato, la congiuntura negativa non ha mancato di colpire, sia in termini di calo delle vendite in termini assoluti, che dei volumi relativi ai vini di gamma più elevata e quindi più remunerativi. Il lavoro di tutti questi anni ha comunque consentito a Mannucci Droandi di essere un marchio affermato e conosciuto sia nel mercato, che nella comunicazione, nel web, fra gli esperti e gli appassionati o semplicemente gli amanti del vino, a cominciare ,da Arezzo, dove è considerato fra i più prestigiosi della provincia.

Un rafforzamento del posizionamento di mercato dei prodotti vinicoli

 

Al primo criterio si intende rispondere con l’adeguamento in termini di offerta di prodotti e dei relativi prezzi dei prodotti vitivinicoli attraverso un rafforzamento del posizionamento del mercato . Le azioni proposte hanno il carattere immediato e si esplicitano in

  • Valorizzazione di tutto il catalogo dei prodotti anche sulla scia dell’affermazione su diversi mercati del “vino biologico” ipotizzando l’eventuale inserimento nel catalogo stesso di alcuni nuovi prodotti a completamento della gamma e puntando al rafforzamento e recupero di quote di mercato, già raggiunti in precedenza dalla Mannucci Droandi, in particolare sui mercati esteri.
  • Allargamento del mercato interno sia attraverso il prodotto imbottigliato che puntando con convinzione sull’offerta massiccia di prodotti “alternativi” nel confezionamento, quali a) il “bag in box”, già sperimentato anche dalla Mannucci Droandi, molto pratico ed economico nei costi di confezionamento e dunque ottimo nel rapporto costo-efficacia e, oltretutto, sempre più gradito da una clientela sempre più vasta.
  • Puntare decisamente su spazi di mercato innovativi quali mercati degli agricoltori (in parte già realizzati dalla Mannucci Droandi in precedenza come socia dell’Associazione di agricoltori che gestisce il Mercato Coperto aperto tutti i giorni a Montevarchi e di una rete di aziende biologiche che gestisce uno spazio di vendita diretta a Pistoia e per i quali è già previsto il subentro della Società Nuova Agricoltura), GAS, o altri gruppi di cittadini organizzati (CRAL, circoli vari, ecc.), le vendite dirette via internet (anche tramite il sito), o altri da individuare, che appaiono accessibili in primo luogo grazie alla possibile integrazione con altre strutture socio-economiche e che attualmente, invece, sembrano difficili da raggiungere per la singola azienda tradizionale, che si presenta isolata e non diversificata nell’ offerta

  • Proseguire con altrettanta decisione sulla strada della fornitura di servizi a una rete di aziende, sia tramite il conferimento delle uve e la successiva restituzione del loro prodotto trasformato e imbottigliato (personalizzato con la loro etichetta) sia attraverso la fornitura ad aziende di prodotto personalizzato: per ora è una nicchia, ma interessante a) perché permette di meglio utilizzare le attrezzature di cantina esistenti, b) perché in evoluzione, data la crescente specializzazione di molte piccole aziende, che realizzano i loro introiti sempre più nel settore dell’ agriturismo e meno nella produzione, ma che dalla produzione devono pur sempre trarre la loro ragion d’essere, meglio se riducendo i costi e migliorando l’offerta alla loro clientela (anche con la vendita delle “loro” bottiglie)